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Université francophone de l’Italie du sud – juillet 2017

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UNIVERSITE FRANCOPHONE DE L’ITALIE DU SUD – QUATRIEME SESSION DE COURS D’ETE


Fondée par La Renaissance Française, en collaboration avec la commune de Faeto en 2012, l’Université francophone de l’Italie du Sud, l’U.F.I.S. a tenu, du 16 au 30 juillet 2017, sa quatrième session estivale de cours de langue française et de culture française et francophone.

La session d’été 2017 de l’U.F.I.S. s’est donc achevée le 30 juillet, jour des examens terminaux et de la remise des diplômes. Cette session a connu un véritable succès. Des enseignements d’excellence, des étudiants très motivés, une remarquable ambiance dans ce magnifique îlot franco-provençal du Nord des Pouilles que constituent les communes voisines de Faeto et Celle di San Vito à la si riche histoire.

Elle a rassemblé des étudiants de différents âges et d’origines très variées ; les uns venant pour apprendre le français ou améliorer leurs connaissances en vue de poursuivre des études ou d’être en mesure de travailler en contexte francophone, les autres, déjà enseignants, voulant améliorer encore la qualité de leurs cours.

Les progrès faits par les étudiants au cours des quinze jours ont été considérables. Outre les enseignements intensifs, les ateliers de théâtre, ils ont pu bénéficier de conférences en français de haut niveau, voir des films auparavant expliqués et ensuite commentés et faire d’intéressantes excursions de caractère culturel.

Un bon nombre d’entre eux a souhaité participer à la prochaine session de cours afin d’atteindre un niveau de connaissance de la langue plus élevé.

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Une étudiante raconte :

Il mio racconto
Prendi il comune più alto della Puglia, Faeto, metti insieme studenti di età e formazioni differenti, il desiderio di apprendere e migliorare la propria conoscenza della lingua francese, e parti insieme a me!
Mi chiamo Enza, 24 anni, sono studentessa magistrale in Scienze della Politica, in procinto di laurearsi presso il Dipartimento Jean Monnet di Caserta.
Sabato 15 luglio, ore 14.00, valigie pronte. Un caldo torrido fa da cornice alla mia partenza programmata, tra le mani un gran dizionario di francese, un buon libro da lettura, e la giusta dose di adrenalina e di entusiasmo per ciò che, di lì a poco, mi avrebbe atteso.
Ha inizio così la mia vacanza studio, nata da una passeggiata nei corridoi del mio Dipartimento, dopo aver sostenuto l’ultimo esame della sessione estiva. Ad attirare la mia attenzione un cartellone grande a sfondo verde, esposto fuori lo studio dalla prof.ssa di lingua francese, e su di esso, a caratteri cubitali la scritta: “UFIS FAETO 2017, UNIVERSITA’ FRANCOFONA DELL’ITALIA DEL SUD, CORSI DI LINGUA FRANCESE E INIZIAZIONE ALLA LINGUA FRANCOPROVENZALE”.
“Ci sarò”, mi sono detta, senza neanche pensarci su più volte; e così, dopo aver ultimato le procedure richieste, sono partita. Ad accogliermi, tra le curve ripide e i paesaggi mozzafiato, Faeto, comune di lingua francoprovenzale della provincia di Foggia, situato nel cuore del Subappennino Dauno a circa 900 metri di altitudine. Realtà bella e suggestiva, Faeto è un’isola linguistica, intessuta di storia e tradizioni, con i suoi vicoletti caratteristici e colorati, la spaesante cordialità degli abitanti del posto, e il suo clima fresco.
Ammetto di non aver mai sentito parlare prima di questo luogo, dove tutto sembra presentarsi come una realtà surreale, intatta dalla corrosione invasiva della modernità, lontana dall’accento frenetico del “corri corri quotidiano”, e dove la tranquillità sembra accompagnarti per mano anche nel banale tragitto da casa a scuola; e così è stato per me, l’accento francese – franco provenzale degli anziani in piazza, il sorriso accogliente di chi ho incontrato, il profumo del pane appena sfornato, il silenzio assordante che faceva capolino in ogni angolo di strada, ed il vento, che impetuoso e sbarazzino, mi ha accarezzato il viso per ben due settimane. Questo e non solo, è quanto di straordinario ha catturato il mio cuore di giovane studentessa.
Dal 16 al 30 luglio si sono alternati corsi intensivi di lingua francese e franco provenzale; ad iniziare dal mattino, con “le cours  de français général”, volto ad approfondire e stimolare le competenze grammaticali, attraverso spiegazioni, dibattiti interattivi, esercizi e dettati; a seguire, nel primissimo pomeriggio, ci si immergeva in un corso emozionante e suggestivo: “l’atelier de théâtre”, dove, attraverso il linguaggio e i movimenti del corpo, la comunicazione dei suoni onomatopeici, alcuni estratti di canzoni, ed improvvisazioni, l’approccio alla lingua diventava un mezzo originale e meno complesso a cui prestar fede; quasi un gioco dinamico, stravagante, e mai banale.
Non sono di certo mancati momenti di divertimento e ilarità, come la serata vissuta a Celle di San Vito, per l’apertura conviviale dei corsi, o la piacevole visita guidata presso la città di Troia, dove abbiamo avuto modo di ammirare la straordinaria bellezza della cattedrale, e gustare la “passionata”, dolce tipico dall’inconfondibile sapore di mandorla.
Non posso non ricordare con un gran sorriso, la divertentissima caccia al tesoro in lingua franco-provenzale, svoltasi di domenica nella piazza centrale del paese. Due grandi squadre tra studenti e professori, si sono sfidate per poter usufruire del bottino finale, (prosciutto e formaggio del posto), cimentandosi con gli indovinelli formulati nel dialetto tipico. Le corse per i vialetti, le richieste di aiuto ai ragazzi ed abitanti del posto per scoprire gli indizi, hanno segnato una domenica diversa, insolita e buffa.
E veniamo alla parte impegnativa e tanto temuta: gli esami finali. L’ultimo giorno a Faeto è stato tra quelli tanto attesi e temuti, come lo è un po’ usualmente quando si parla di esami. Ciascuno studente si è sottoposto ad un esame scritto, sulla base dei diversi livelli individuati, a cui ha fatto seguito l’orale davanti ad una vera e propria commissione, presieduta dal prof. Denis Fadda, Presidente della Renaissance Française, nonché colui che ha dato vita all’Università Francofona del Sud.
Ansia, tensione, e nervi a fior di pelle, era questo il clima che si respirava quella mattina nella grande scuola comunale, la stessa che mi aveva accolta e ospitata per giorni; al termine del mio esame orale, proprio mentre scendevo di corsa la grande scala che dall’aula portava in giardino, ero incredula. Ce l’avevo fatta, io che partivo da un livello base di francese, avevo appena sfidato gli angoli ostici delle mie lacune, e avevo donato tutto il mio impegno con entusiasmo e partecipazione, paura (quella non manca mai), e tanta determinazione. E per non farmi mancare nulla anche un’insolita compagna di avventure, febbre a 38.
“Quanto sarei riuscita a mettermi in gioco?” E soprattutto, “avrei migliorato il mio francese?”
Rispondo ora, mani ai bordi di un pc, sorriso stampato sulle labbra, e l’appagante certezza di aver fortificato le mie basi di lingua, e non solo. Perché tra corsi, ateliers, convegni, film serali, passeggiate ed esami, ho portato con me, la promozione ad un livello B1 ed un’esperienza di studi impegnativa, inaspettata, e sorprendente. Scrivo il mio racconto da casa, arricchita più che mai, con una valigia di ricordi, gli occhi ancora fermi ed incuriositi dinanzi ai balconcini colorati di Faeto, e con un velo di malinconia che ancora mi solletica il cuore!
Arrivederci Faeto, il nostro sarà solo un arrivederci.
Vincenza Conte

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